BARI – C’è stato un momento, ieri sera al Piccolo Teatro “Eugenio D’Attoma”, in cui non era più chiaro se fossimo noi a guardare i protagonisti sul palco… o se fossero loro a osservare le nostre reazioni, sorridendo nel buio. La Compagnia Teatrale Artù ha portato in scena “La Lucidità della Follia”, liberamente ispirata a “I fisici” di Dürrenmatt, e ne è uscito un esperimento teatrale riuscitissimo: potente, intelligente, ironico. E, cosa rara, spiazzante fino alla fine.
Una drammaturgia che cammina in bilico tra genio e pazzia – ma con passo sicuro – grazie anche alla regia di Maurizio Sarubbi invisibile ma presente di un gruppo affiatato, coraggioso e appassionato.
Un abbraccio (senza camicia di forza!) va a tutti gli attori, che si sono cimentati in un testo tutt’altro che semplice con la disinvoltura dei matti migliori.
Maurizio Sarubbi è stato un Einstein che non si limita a indossare baffi e parrucca, ma ha dato corpo a un personaggio che poteva diventare una caricatura, ma che nelle sue mani è diventato un simbolo umano, molto umano. Una prova attoriale lucida, coraggiosa.
Isabella Gigante, finalmente padrona assoluta della scena: carismatica, precisa, intensa. È il ruolo a meritarsi lei, non il contrario.
Susi Rutigliano, che ha abitato il personaggio come una stanza familiare. Un commissario d' altri tempi.
Caterina Rubini, affilata come una lama lucida. Una presenza tagliente, mai banale.
Potito Alessio Forlenza, con una presenza che riempie la scena anche quando non parla. Quando parla, meglio stare attenti.
Aldo Fornarelli, una certezza che si rinnova. Ogni battuta è una conferma.
Maurizio De Vivo, doppia anima di drammaturgo e attore. Brillante, ironico, pungente. Un bisturi travestito da sorriso.
Fabio Cassano, silenziosamente essenziale, come la trave portante di un palazzo: non lo vedi, ma se non c’è, tutto crolla.
Il pubblico, coinvolto e partecipe, ha restituito con entusiasmo ogni emozione ricevuta. E mentre gli applausi si allungavano come eco in un corridoio psichiatrico, si capiva chiaramente: la follia, quando è lucida, può dire molto più della ragione.
In attesa della prossima messa in scena… curatevi pure, ma non guarite del tutto.